Pothos: cos’è, come si cura, curiosità
Il Pothos è una pianta da interni conosciuta per le sue caratteristiche foglie a forma di cuore di un verde brillante, ma striate di bianco.
Questa pianta fa parte della famiglia delle Araceae ed è originaria delle regioni meridionali dell’Africa e dell’Asia, in particolare Madagascar, Australia e alcune isole del Pacifico.
In natura, il Pothos è una pianta rampicante che utilizza le sue radici per legarsi ad altri alberi e nutrirsi. Infatti, i suoi rami possono raggiungere i 5 metri di lunghezza nel suo ambiente naturale, mentre se coltivata in casa avranno un aspetto molto ridotto.
Ciò che rende il Pothos un esemplare molto amato e ricercato da chi desidera cominciare il proprio giardino casalingo è il fatto che questa sia una pianta estremamente facile da coltivare, che sopravvive bene anche in condizioni non propriamente ottimali alla sua crescita.
Andiamo a vedere nel dettaglio come prendersi cura del Pothos, analizzando l’ambiente, il terriccio e il metodo di annaffiatura ideale per questa pianta.
Ambiente adatto al Pothos
Il Pothos è una pianta tropicale, e come tale si trova bene in ambienti caldi e umidi, tuttavia questo esemplare sopporta oscillazioni di temperatura fra i 13°C e i 27°C, purché si trovi in un ambiente “stabile”, ossia in assenza di correnti fredde o altri sbalzi improvvisi di temperatura che colpiscono direttamente la pianta.
Il Pothos ama la luce solare e una buona esposizione garantirà lo sviluppo delle caratteristiche striature bianche delle foglie, tuttavia essendo questa una pianta che vive nelle foreste tropicali, non è abituata alla luce diretta e non dovrà esservi esposta.
Mentre d’inverno è buona norma tenere il Pothos all’interno dell’abitazione, d’estate potrà essere tranquillamente esposto all’esterno, tenendo a mente tutte le accortezze di cui abbiamo appena parlato.
Terreno ideale per il Pothos
Il rinvaso del Pothos va fatto ogni anno in primavera, o comunque quando le radici cominciano a fuoriuscire dal vaso. Bisognerà scegliere un contenitore di terracotta (mai di plastica) leggermente più grande del precedente, in modo da favorire moderatamente la crescita delle radici.
Sul fondo del vaso sarà bene sistemare uno strato drenante, o crearne uno con argilla espansa o cocci. Il terreno dovrà essere una miscela di torba, sabbia fine e terriccio di foglie diviso in parti uguali.
Quando e come innaffiare il Pothos?
Dato che questo esemplare ama l’umidità, andrà annaffiato abbondantemente, ma sempre con un occhio di riguardo per evitare il ristagno dell’acqua. In estate basta controllare che il terreno sia asciutto al tatto prima di procedere con una nuova annaffiatura.
Nebulizzare le foglie sarà inoltre fondamentale per mantenere la pianta in buona salute. Non c’è una regola precisa, ma è consigliato nebulizzare con acqua non-calcarea a temperatura ambiente circa 3-4 volte a settimana.
Le nebulizzazioni proseguono tutto l’anno più o meno allo stesso modo, preferibilmente di mattina, per evitare che la luce del sole riflessa sulle gocce d’acqua lasci delle bruciature sulle foglie.
In inverno è possibile diminuire le annaffiature, seguendo la stessa regola riguardo il terreno asciutto.
Curiosità sul Pothos
– Il Pothos è anche conosciuto come la “pianta degli smemorati”, perché essendo una pianta molto resistente, si dice che possa sopravvivere anche se ci si dimentica di prendersene cura.
– Il nome Pothos deriva dal greco, tuttavia ci sono dei dubbi sul suo vero significato, dato che il termine pothos rappresenta il sentimento di rimpianto/dolore/nostalgia per una persona amata che non possiamo più vedere. In quanto tale, Pothos ha assunto il significato doppio di “desiderio” e “lutto”. Il primo significato si collega sicuramente alla forma delle sue foglie cuoriformi, mentre il secondo è probabilmente legato al fatto che le piante sempreverdi sono simbolo di eternità, ma anche perché essendo una pianta rampicante, non è raro trovare il Pothos sulle mura dei cimiteri.
– Il Pothos fa parte delle piante da interno che purificano l’aria dalle tossine presenti nell’ambiente